Se Facebook è colmo di odio, attenti anche ai social “minori”, sono colmi di insidie. E’ evidente che negli ultimi anni si è abbassata sempre di più l’età in cui si viene in contatto con i dispositivi digitali. Questo articolo è possibile scoprire quali sono i rischi ma anche alcuni consigli per sviluppare maggiore consapevolezza digitale.
I dati e i rischi di internet. La quasi totalità degli adolescenti usa Internet quotidianamente ma il dato più preoccupante è quello relativo ai bambini di 9 e 10 anni; infatti è il 51% a collegarsi quotidianamente alla rete Internet e utilizzare i social invece di disegnare o colorare.
La questione è diventata preoccupante in seguito alle ultime notizie di cronaca ma i pedagogisti hanno lanciato l’allarme già da tempo. Secondo una ricerca, è cresciuto il numero di bambini e ragazzi dai 9 ai 17 anni che sono venuti in contatto con contenuti che li hanno fatti sentire a disagio e turbati. Discorsi d’odio, razzismo, cyberbullismo, pornografia: sono questi i principali pericoli presenti in rete.
I rischi sono maggiori per tutti quei soggetti fragili anche offline. Infatti, i bambini e ragazzi che hanno più fragilità della vita di tutti i giorni, si espongono a rischi maggiori sulla rete. Questo succede perché, per esempio, vanno alla ricerca di amicizia online senza avere gli strumenti per proteggersi. Il diverso ed emarginato può essere più facilmente preso di mira, basti pensare al cyberbullismo.
Le competenze e gli strumenti per navigare. Resta però fatto che bambini e ragazzi nativi digitali hanno sicuramente maggiore tecnica, competenze e disinvoltura con gli strumenti digitali. Tuttavia, ciò non garantisce una presenza online positiva perché i ragazzi non posseggono ancora le competenze comunicative e sociali per utilizzare i social media. Inoltre, spesso non sanno cosa sia adeguato condividere e quali informazioni rendere pubbliche per non correre rischi. Infine, non sanno che atteggiamento assumere davanti a contenuti che creano disagio e sofferenza.
Come intervenire. Secondo gli psicologi e gli educatori, la differenza la fa la presenza dell’adulto che fornisce il sostegno necessario. È fondamentale che gli adulti conoscano gli ambienti virtuali frequentati da bambini e ragazzi. Il loro aiuto è fondamentale per gestire non la parte tecnica ma soprattutto le relazioni, la comunicazione, i potenziali rischi.
Costruire la consapevolezza digitale significa capire che i dispositivi elettronici non sono giocattoli e non sono pensati per ragazzi e bambini in particolare. Infatti, gli smartphone e la rete rappresentano uno spazio per gli adulti ma sempre più spesso e sempre più precocemente vengono lasciati ai bambini. Spesso capita che un genitore non si interessi di quello che un figlio fa davanti a uno schermo ma invece bisognerebbe informarsi sul suo mondo virtuale.
Inoltre, bisogna sempre dare il buon esempio. Sono infatti spesso i genitori a diffondere sulla rete contenuti inappropriati e dati personali dei figli. Spesso gli adulti mostrano forte dipendenza dai dispositivi elettronici, trascorrendo troppo tempo davanti a uno schermo agevolando comportamenti inappropriati e poco sicuri nei ragazzi e adolescenti. Il problema non sta quindi nello strumento informatico in sé ma nell’uso sbagliato che può essere corretto e insegnato.
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