Caos etico, perché la maternità surrogata non è un argomento semplice e non può essere trattati come tale. Abbiamo piazze che reclamano diritti: dei bambini, delle coppie omosessuali, delle donne che hanno problemi di salute e non possono avere una gravidanza.. Il dibattito infuoca sulle tutele dei neonati, ma dietro cela la spinta e la resistenza a introdurre in Italia la possibilità di avvalersi della maternità surrogata, almeno in forma solidale. Da una parte il pressing dei sindaci, Beppe Sala in testa, e dall’altra il punto cardinale fissato dalle Sezioni Unite della Cassazione che sono tornate a pronunciarsi e a ripetere quanto già stabilito in passato: “Non può essere trascritto nei registri di stato civile il provvedimento straniero, con il quale è stato accertato il rapporto di filiazione tra un minore nato all’estero mediante il ricorso alla maternità surrogata ed un soggetto che non abbia con lo stesso alcun rapporto biologico”. Il nodo problematico dell’adozione starebbe soprattutto nel tempo.
COSA SUCCEDE AL RIENTRO IN ITALIA
Ecco cosa succede a queste coppie, etero o omosessuali, quando tornano in Italia con il neonato. “Il genitore geneticamente connesso al bambino (se è solo uno dei due) trasferisce la cittadinanza italiana al proprio figlio. Quello che, secondo l’orientamento giurisprudenziale più recente della Cassazione, non si può fare è la trascrizione dell’atto di nascita straniero con riferimento al genitore d’intenzione non biologico presso il comune di residenza”. Lo spiega alla Dire l’avvocata Ida Parisi, esperta di diritto di famiglia e fecondazione medicalmente assistita e docente presso l’università di Teramo.
ITER ADOZIONE TEMPI LUNGHI, TRIBUNALI E SERVIZI SOCIALI
Cosa vuol dire adottare? La discriminazione e il rischio di pregiudicare gli interessi del minore ad oggi starebbe proprio nell’iter di adozione che deve intraprendere il genitore non biologico. Si tratta infatti di una procedura che non è né immediata né veloce e prevede l’intervento di soggetti terzi: dal giudice agli assistenti sociali e alla fine “l’obiettivo finale è comunque sempre quello che si otterrebbe con la trascrizione dell’atto straniero e cioè la formalizzazione anche in Italia dell’esistenza dei due genitori del bambino, solo con tempi molto più lunghi come hanno statuito alcuni Tribunali, dopo l’ultima sentenza di dicembre delle Sezioni Unite”.
E soprattutto, sottolinea l’esperta, “oltre a volerci di più, va a buon fine solo se c’è l’accoglimento del giudice, ogni tribunale ha i suoi tempi e per far partire l’adozione serve sempre il consenso del genitore biologico (è molto raro che i due genitori siano entrambi non biologici)”. Un lasso di tempo in cui il genitore biologico potrebbe morire, ad esempio, o la coppia separarsi (e quindi il consenso del genitore biologico potrebbe venir meno), insomma un limbo in cui il minore, secondo l’esperta, rimarrebbe senza tutte le tutele.
“Ad oggi la legge italiana 40 del 2004 non spiega il significato della definizione ‘surrogazione di maternità’- chiarisce l’avvocata Parisi- e nulla prevede quanto al riconoscimento dello status di filiazione acquisito all’estero. Tale status è spesso formalizzato in un provvedimento dell’Autorità Giudiziaria straniera e successivamente cristallizzato nel certificato di nascita”.
CHI È LA MADRE E RISCHIO TRAFFICO DI BAMBINI
La madre pertanto, per i Paesi stranieri in cui è ammessa la surrogazione di maternità, è solo quella intenzionale: non quella genetica, se esiste una donatrice di gameti, non quella che partorisce. Come si può esser sicuri che non ci sia un traffico di bambini? “Prevedendo una disciplina specifica che possa regolamentare da un lato il rientro in Italia- risponde Parisi- e dall’altro permettendo, in presenza di determinati requisiti e condizioni di legge, l’accesso anche in Italia alla gestazione per altri solidale al fine di evitare situazioni di incertezza normativa (dovuta all’intreccio di legislazioni di Paesi diversi) e di tutelare i diritti di tutti i soggetti coinvolti. Anche perché spesso la proibizione non elimina situazioni di abuso e sfruttamento, anzi”.
ABORTO E LIBERTA’ DELLA DONNA
Altro tema spinoso, in caso di ricorso alla maternità surrogata, quello dell’aborto, sempre possibile quando la gravidanza può portare problemi di salute alla gestante che è la priorità. Così come, nelle more delle diverse tipologie di accordi, non si può impedire che una donna che cambi idea decida di interrompere la gravidanza. “La donna ha la facoltà di abortire se vuole o se non vuole nessuno la può costringere a fare diversamente– chiarisce l’esperta- ma quasi mai si arriva a questo punto. Chi fa questa scelta lo fa in maniera consapevole con una preparazione precedente”. Nè le è mai capitato di sentire che le coppie fossero destinatarie di ritorsioni economiche: “No- risponde infine- nella maggioranza dei casi restano in contatto si sentono, si vedono.
Una domanda: se la donna che tiene in grembo vostro figlio decidesse di abortire, quale sarebbe la vostra reazione? No, non è un tema facile.
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