Lega Ambiente attacca la Regione Emilia Romagna: ha perso tempo. Poche parole, afferma Legambiente, “dispiace constatare ancora una volta che il disastro a cui abbiamo assistito era ed è annunciato da tempo. L’allarme siccità, la fragilità idraulica a cui si aggiunge lo scellerato consumo di suolo oggi ci mettono davanti al fatto che la nostra Regione continua a perdere tempo senza realizzare le misure necessarie all’adattamento alla crisi climatica”. Secondo Legambiente, insomma, “sono evidenti le responsabilità sia della classe politica, che a parte gli annunci non ha evidentemente colto il significato di emergenza climatica e del carattere estremo degli eventi che essa può produrre, sia del sistema economico che non sta compiendo la transizione ecologica nei tempi indicati dalla scienza, spesso in assenza di indicazioni chiare da parte della politica”.
“BASTA PASSERELLE POLITICHE”
Questa situazione lascia “persone e comunità in balìa di fenomeni che invece dovranno essere gestiti in maniera strutturale in futuro, quando potranno diventare anche più frequenti”, afferma l’associazione ambientalista. Anche la narrazione sugli emiliano-romagnoli capaci di rialzarsi viene contestata. “Siamo stanchi delle passerelle politiche con addosso la giacca della Protezione civile- attacca Legambiente- che ci raccontano che l’Emilia-Romagna ‘è grande’, che ‘risorgeremo e torneremo come prima. E’ proprio quel ‘come prima’ che ha portato in questi giorni l’acqua nelle case di tanti cittadini”. L’alternarsi di siccità e piogge intense, sostengono gli ambientalisti, “è la prova che in Emilia-Romagna il cambiamento climatico si fa sentire 365 giorni l’anno. Non si tratta più di calamità da affrontare singolarmente, ma di un quadro complesso per il quale occorrono azioni di controllo e prevenzione. E’ necessario che le azioni dei singoli assessorati della Regione siano coerenti e convergano verso l’obiettivo comune di mitigazione e adattamento al cambiamento climatico”.
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