La beneficienza si fa, ma non si dice. Per essere essere grandi uomini non importa essere famosi
Strano, l’attore più desiderato del pianeta è umano. Talmente umano che è la storia migliore da raccontare sotto Natale. Perché nel mese più ipocrita dell’ anno ci possiamo migliorare. Basterebbe non invidiare nessuno e condividere, ma forse chiedo troppo, raccontiamo una storia lontano dal nostro quartiere, da Firenze e dall’Italia.
Keanu Reeves è nato a Beirut da madre inglese e padre cinese-hawaiano. Quando Keanu aveva solo 3 anni, il padre Samuel abbandonò la famiglia; così la madre, ritrovandosi sola, decise di trasferirsi.
Non fu facile però trovare una sede stabile, così Keanu dovette crescere tra Hawaii, Australia, New York e Canada, cambiando ben quattro diversi licei.
Quest’adolescenza “nomade” non ha di certo aiutato il ragazzo a legare con i suoi coetanei; l’unico punto di riferimento per Keanu era la sorellina Kim, che l’attore da sempre definisce «la mia famiglia e la mia migliore amica». Insieme a lei dovette affrontare anche un altro ostacolo, che gli complicò ulteriormente la vita al liceo: la dislessia, della quale pare soffrisse anche la sorella.
Ma purtroppo, la dislessia non fu per lei il problema maggiore. L’amata sorella di Keanu infatti, è da anni malata di leucemia.
Prima di raggiungere il successo e prendersi cura della sorella però, appena ventitreenne, Keanu dovette affrontare un’altra pesante batosta: la morte per overdose del suo migliore amico, River Phoenix.
Appena cinque anni dopo la morte del suo migliore amico, nel 1998, Reeves conobbe l’assistente di David Lynch, Jennifer Syme. La coppia «si innamorò immediatamente», e un anno dopo, Jennifer rimase incinta. Il 24 dicembre 1999, mentre Reeves stava girando Matrix, la piccola Ava Archer Symes-Reeves nacque senza vita.
Il dolore per la morte prematura della figlia ha messo a dura prova la relazione e la coppia si è sciolta qualche settimana dopo. Purtroppo però, la tragica storia non finisce qui…
Un anno e mezzo dopo, Jennifer stava tornando ad una festa a casa di Marilyn Manson quando morì in un incidente stradale.
Reeves ha affrontato il suo dolore senza fine in un’intervista del 2006: “Il dolore cambia forma, ma non finisce mai. La gente ha l’idea distorta che si possa affrontare il dolore e dire: ‘È andato, e io sto meglio’. Si sbagliano. Quando le persone che ami se ne sono andate, sei solo”.
La tragedia però, non ha reso Reeves amaro, ma semmai più empatico.
Chi lo conosce l’attore da vicino lo indica come uno dei maggiori filantropi dello star system hollywoodiano. Tuttavia le sue donazioni non sono quasi mai rintracciabili, perché l’attore tiene particolarmente all’anonimato.
Dopo aver guadagnato cifre astronomiche per la trilogia di Matrix, l’attore ha donato oltre 50 milioni di dollari allo staff che curò i costumi e gli effetti speciali: i veri eroi della trilogia, come lui stesso li definì. Ha inoltre regalato una Harley-Davidson a ciascuno degli stunt per una spesa complessiva di oltre 75 milioni di dollari.
Per molti film di successo (“L’avvocato del diavolo” con Al Pacino e “Le riserve” con Gene Hackman, ad esempio) è arrivato a tagliarsi il cachet anche del 90% per permettere alla produzione di assumere un’altra star di prima grandezza con cui farlo recitare.
Molti degli addetti ai lavori di Hollywood raccontano di donazioni di migliaia di dollari fatte a persone della troupe in difficoltà economiche. Nel 1997 alcuni paparazzi lo sorpresero intento a passare una mattinata in compagnia di un barbone a Los Angeles, stando a chiacchierare con lui per ore.
La maggior parte delle star quando fanno un gesto caritatevole lo dichiarano a tutti i mass media. Keanu Reeves non ha mai dichiarato di fare beneficenza semplicemente per una questione di principi morali e non per apparire migliore agli occhi dei fan.
Quest’uomo potrebbe acquistare tutto, e invece ogni giorno si alza e sceglie una cosa che non si può comprare: l’umiltà.
Tutto questo per dire, che nessuno nasce migliore dell’altro, l’uomo più invidiato al mondo ha costruito nelle proprie fragilità, una ricchezza interiore ineguagliabile ed è pronto a condividerla insieme ai beni materiali.
Questa è la storia americana che ogni bimbo italiano dovrebbe conoscere.
Grazie Avvocato
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