Mettete i fiori nei vostri cannoni o una palla. Lo sport in alcuni momenti ha fermato le prime due guerre Mondiali, ma ora sta trovando ostacoli. Infatti sembra più in difficoltà con quelle contemporanee, siamo alla ricerca dell’atleta da escludere… ecco perché è nata questa iniziativa tutta italiana.
Con la guerra vera alle porte dell’Europa, lo sport prova a spogliarsi dei “clichè” bellici e perfino del linguaggio plasmato su quello militare: niente “attaccanti” e “difensori”, nè “bombe” o “cannonate”. Succede a Bologna, dove da venerdì a domenica si svolgerà la prima edizione dei Giochi antirazzisti. Un “festival contro contro le discriminazioni e tutte le guerre”, che andrà in scena al centro sportivo Bonori con il supporto e la partecipazione di diverse realtà come Arci, Arci solidarietà, Estragon e Bologna rugby.

Il festival si propone infatti come “un arcipelago di varie isole, cioè varie associazioni e realtà che collaborano insieme per arrivare a realizzare una manifestazione unitaria”, spiega Carlo Balestri dell’associazione Giochi antirazzisti. Sono 80 le squadre iscritte ai tornei di calcio a sette, pallavolo, basket e rugby a cui si affiancheranno anche esibizioni di lotta greco romana, giochi da tavolo, capoeira, skateboard e quidditch. In programma anche proiezioni, concerti e momenti di riflessione: ci saranno ad esempio un reading de Lo Stato Sociale e un dibattito sulla “disparità di trattamento” nei confronti dei profughi che arrivano in Italia da diverse parti del mondo.
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