“Non si tratta tanto di insegnare o apprendere ma di condividere, confrontarsi. Quello che potrò offrire al pubblico sarà forse poco rispetto a quello che porterò via con me. Credo che il teatro sia un viaggio di andata e ritorno“.
Lo scorso 3 maggio, Firenze e Abel González Melo hanno fatto conoscenza ufficiale al Teatro Di Rifredi. L’occasione era la conferenza stampa indetta per presentare Drammaturgia/drammatugie, il ricchissimo ventaglio d’iniziative attorno a due letture sceniche dell’autore cubano-spagnolo che Rifredi ospiterà fino al 13 maggio, primo progetto del teatro di via Vittorio Emanuele all’indomani del suo ingresso nella fondazione Teatro della Toscana. Verrebbe quasi da dire “un punto di partenza”, se non stessimo parlando del Teatro Di Rifredi. Perchè in realtà, il teatro diretto da Giancarlo Mordini e il Centro di Produzione Nazionale Pupi e Fresedde del regista Angelo Savelli, fermati non si sono mai, neanche quando TUTTO era fermo. Tantomeno si può affermare che il progetto “Neo Latini“, del quale il focus su Abel Melo è l’ultima iniziativa, parta oggi. Suggestivo quindi che, in un momento di passaggio, di cambiamento, che si fa fatica a collocare nel tempo (saremo d’accordo che del termine “ripartenza” non se ne può più), il protagonista della manifestazione parli di andata e di ritorno. Ida y vuelta, per dirla esattamente come lui.
Abel González Melo, nella sua figura di docente ma anche di drammaturgo, di intellettuale e di creatore di teatro, già sembra contenere un percorso di andata e di ritorno. Quello tra teoria e pratica, ovvero tra un “sapere” che dialoga con il “fare”, e viceversa. Non solo: essendo figlio di una diaspora, è egli stesso “ida y la vuelta”, dalle origini alla propria formazione. Ci parla di José Martí, Abel Melo: “Da esule, ha dato il via al suo viaggio a favore dell’indipendenza cubana“. Un’altra storia di andata e di ritorno, che suggerisce quanto concetti come partenza e arrivo, contino molto meno dei percorsi.
Il Teatro di Rifredi al centro dei percorsi ci si ritrova spesso e, come questa volta, mai a caso.
“Nel corso degli anni ci siamo sforzati di divulgare l’opera di autori come Abel, già importanti e stimati a livello internazionale, ma che in qualche modo abbiamo avuto il merito di far conoscere in Italia…” ha spiegato il Direttore Giancarlo Mordini, “…adesso questa è un’occasione sia per stabilire un ponte tra il testo e il pubblico, ma anche di aprirsi ai giovani che studiano drammaturgia. Una rinascita del teatro, una linea condivisa tra Rifredi e il Teatro della Toscana“. Angelo Savelli ha definito la manifestazione “Un focus su un autore e sulla drammaturgia contemporanea“. E in quel titolo “Drammaturgia/drammaturgie” il percorso dal particolare al generale, sta tutto in quella piccola barra al centro dove, se la osservassimo al microscopio, se la ingrandissimo all’infinito, vedremmo apparire il Teatro di Rifredi e il suo modo di “fare teatro“. Quel teatro che significa tradurre con rispetto, senza essere “turisti” (rubo con gusto l’espressione a Angelo Savelli) all’interno di culture diverse, in cerca di luoghi comuni per renderle digeribili. Che significa offrire agli autori una piattaforma e al pubblico il piacere e la responsabilità di sentirsi coinvolti. Che significa fare insieme molte cose e per giunta, insieme a molte persone; ma più di ogni altra cosa significa… fare. E da ciò che abbiamo ascoltato in conferenza stampa, questa attitudine attuativa nel pensare, scrivere, fare e poi ripensare il teatro, ha incontrato il favore e accumunato il sentire delle altre figure coinvolte nel progetto Drammaturgia/drammaturgie.
Renzo Guardenti, docente di Storia del teatro moderno e contemporaneo all’Università di Firenze, parlando dell’incontro già avvenuto il 29 aprile con gli studenti del Corso di Istituzioni di Regia del dipartimento SAGAS, ha sottolineato come, vista la tendenza più filologica e teorica del corso di laurea, sia fondamentale che gli studenti si confrontino con problematiche operative. Concetto ribadito dal direttore dell’Accademia delle Belle Arti di Firenze, Claudio Rocca: “L’Accademia cerca nel Teatro Di Rifredi l’occasione di rendere viva una materia anche costituita dal lato attuativo, di spiegare come si collega un testo alla messa in scena e mostrare l’universo delle professionalità legate al teatro“. Gli studenti dell’Accademia delle Belle Arti, coordinati dalla Professoressa Cristina Borgioli sono infatti gli autori delle maquettes nella scenografia di “Raccontami tutto da capo” di Abel Gonzales Melo, che andrà in scena Venerdì 13 maggio. Non solo: trai partecipanti alle attività didattiche, in accordo con lo spirito di dialogo, di andata e ritorno dell’intera manifestazione, alcuni hanno sottoposto ad Angelo Savelli dei testi teatrali inediti. “Sono testi forse acerbi…” ha spiegato Savelli “…ma testimoniano una voglia di essere presenti e perciò ho riunito questi giovani autori giovedì 12 maggio per discutere insieme sulle loro idee“. Un’iniziativa inserita nel programma col nome “Sguardi Drammaturgici“.
La mappa dei seminari, degli incontri e delle tavole rotonde di Drammaturgia/Drammaturgie è densa: dalle collaborazioni con l’Università di Firenze e di Siena (martedì 10 maggio ci si sposta al Centro Studi sulla Traduzione di Siena per “Lingue in scena-scrivere e tradurre per il teatro“), alla presentazione del volume “Antologia Teatrale” (venerdì 6 maggio), passando da DRAMMATURGIA, il 6 maggio, una bella discussione sulla scrittura per la scena tra Abel Gonzales Melo, Tindaro Granata, Michele Santeramo, Antonella Questa, Emma Dante e Davide Carnevali, moderata dal Professor Guardenti.
Ida y vuelta, Firenze e Siena, teatro e teatri, scrivere e fare… e naturalmente, il testo e il pubblico. Le due letture sceniche di Abel González Melo al centro dell’intera manifestazione sono “Chamaco-Una storia cubana” (venerdì 6 maggio, ore 21 al Teatro di Rifredi) e “Raccontami tutto da capo” (il 13 maggio sempre alle 21). Angelo Savelli è autore della traduzione italiana e sceglie proprio la categoria del linguaggio per presentarle: “Non ho trovato un termine italiano per Chamaco, forse quello che gli si poteva avvicinare di più era il napoletano squignizzi…la storia ha una connotazione geografica precisa, ma nel tradurla ho cercato di evitare ogni luogo comune. Perciò non ci troverete il colore cubano, anche perchè io a Cuba non ci sono mai stato, ma piuttosto l’universalità…Raccontami tutto da capo, invece, è una storia metateatrale, dove il gioco del linguaggio e più importante della connotazione geografica“. Di questo secondo testo, parla più in dettaglio Giovanni Ortoleva, al quale ne è stata affidata la regia: “È intelligente, mi piace perché non si sottrae alla complessità. È una storia di coppia e in qualche modo riattraversa il Macbeth”. In Chamaco, Savelli dirigerà Lidia Castella, Mauro D’Amico, Olmo De Martino, Fabio Magnani, Ciro Masella, Riccardo Naldini, Diletta Oculisti e Samuele Picchi: tutti di casa per Pupi e Fresedde. Mentre Ortoleva in Raccontami Tutto da Capo, lavorerà con Annibale Pavone e Valentina Picello.
“Mi auguro che questa passione sia la linea che il Teatro di Rifredi porterà al teatro nazionale” ha concluso Giancarlo Mordini, e l’augurio è condivisibile. Per la passione ci si attrezzi, perché è davvero unica.
Per il programma completo di Drammaturgia/drammaturgie: www.teatrodirifredi.it
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