Il pietismo del potere davanti alle contestazioni degli studenti ha a dir poco del grottesco. Ultimo episodio nel quale il governo e la destra accusano gli oppositori di essere poco democratici è l’episodio accaduto alla Ministra Roccella contestata agli stati generali della Natalità. Come sempre la discussione è nato prima l’uovo o la gallina? Sono i giovani che di punto in bianco decidono che c’è qualcosa che non va o qualcuno ha provocato una situazione di diffidenza o di precarietà? Nello specifico della Ministra potremmo parlare di come un diritto acquisito della legge 194 sia ormai un privilegio ma al netto delle considerazioni di merito del perché dei giovani abbiano impedito ad una ministra di parlare ed al netto del metodo usato dagli stessi, vorrei soffermarmi su come si ribalti la realtà. Questo governo può esprimersi in ogni contesto e in ogni occasione pubblica a reti pressoché unificate fa la vittima davanti ad alcune contestazioni. Altro punto sul quale vorrei brevemente soffermarmi e su come si dialoghi con questa generazione che chiede semplicemente di essere ascoltata. Siamo in un epoca dove lo scoramento rispetto la “cosa pubblica” è enorme, non si vota e la partecipazione come cittadini attivi è una rarità. Si accusano spesso i giovani di non essere impegnati di non avere interessi e poi li vedi protestare per questioni ambientali, contro la guerra, per l’emancipazione femminile e la risposta è non solo quella di non ascoltarli ma di reprimere spesso e volentieri con i manganelli. Ma siamo proprio sicuri non esista un altro modo che le forze dell’ordine per aprire un confronto e non uno scontro generazionale? Quindi usciamo dal vittimismo e mettiamoci al pari di chi prova a cambiare il proprio futuro.
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