Cari ragazzi del Convitto Cicognini,
quella che vi scrivo è una lettera accorata, non una paternale, né tanto meno una reprimenda. Di tutta la faccenda, di per sé grottesca, che pare possa portare a negare l’accesso di una coppia Gay al ballo di fine anno delle classi quinte, la parte che più mi stupisce è proprio il vostro comportamento. Seppur con un tempo irragionevolmente dilatato e con una ritualità che appare ampollosa di fronte al dato di fatto che c’era solo da sancire il diritto di una minoranza ad essere riconosciuta, il parere favorevole del collegio dei docenti e la delibera unanime del consiglio di amministrazione, sembravano aver acconsentito a quello che è un banale gesto di inclusione. Tutto però è stato rimesso in discussione dal vostro voto, nel momento in cui vi è stato chiesto di dimostrare solidarietà al diritto di esserci di una minoranza, avete risposto di no al 50,1%. Questo, non posso negarvelo, mi ha colpito molto e mi ha rattristato. Voi siete giovani, dovreste essere la punta di diamante del pensiero ribelle, che formerà il mondo dei vostri padri a vostra immagine e con le vostre caratteristiche. Evidentemente la responsabilità non è vostra, ma è di chi non ha saputo insegnarvi a pensare fuori dagli schemi, in modo critico e a sognare… la vostra età è meravigliosa perché si può ancora sognare di sconvolgere le regole, si possono coltivare grandi ideali e rappresentazioni oniriche del mondo, in cui la giustizia, la lotta per i diritti e l’altruismo sono i colori primari con cui tratteggiare le albe e i tramonti.
Che direbbe il vostro predecessore, D’Annunzio, di voi? Lui che era sempre e comunque provocatorio e sopra le righe, per partito preso, per non rischiare mai di cadere nel banale, nel grigio, nel conforme. Siete stati deprivati delle vostre naturali ali da chi aveva la responsabilità di insegnarvi a volare e di questo sono profondamente dispiaciuto per voi, per il vostro domani e per le vostre vite tutte. Appellarsi alla salvaguardia della tradizione è un discorso da avvocato disilluso, da amministratore delegato frustrato, da cariatide di una politica senza contenuti e idee; voi siete giovani, trovate dentro di voi la scintilla del cuore e lanciatevi nel vuoto, sognate, osate… avrete tempo per essere oberati dalla vita, disillusi e frustrati, per scambiare la sicurezza di una comoda prigione con la libertà e per contrabbandare per felicità un grigio domani senza grandi sogni. Inoltre, quando si difendono le tradizioni, lo si fa pagando in prima persona il prezzo: degli eterosessuali che negano l’accesso ad un ballo a chi ha un diverso orientamento sessuale, non è difesa della tradizione, è solo discriminazione. Ragazzi, ve lo dico col cuore, riprendetevi la vostra gioventù, tirate un calcio negli stinchi a chiunque vi abbai tarpato le ali e osate, osate sempre, osate di fronte a chiunque. Spero per voi che ce la possiate fare, ne va della vostra felicità. Se ci riuscirete io festeggerò con voi, per ognuno di voi. Buona fortuna.
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