Campo largo o campo larghissimo? Da settimane si discute di questo e dopo la vittoria in Sardegna pareva ormai spianato il futuro radioso dell’alleanza PD Cinque Stelle con aggiunta via via di qualche partito in più. Ma il risultato deludente dell’Abruzzo riporta al concreto la discussione o speriamo la faccia. Intanto iniziamo col dire che qui non è un problema di quanto sia largo il il campo perché questo pare non esserci più, si continua a non voler vedere che non vota più nessuno. In Abruzzo ha infatti espresso il proprio diritto di voto solo il 52% degli elettori, quindi Marsilio con il suo 53% circa,prende i voti della metà della metà degli aventi diritto insomma si diventa ormai sindaci o presidenti di regione con il 20/30%. Quindi primo problema vero di rappresentanza democratica in questo paese ormai il processo di americanizzazione dell’elezioni sembra delineato. Ed appunto in questo contesto pensare di smuovere quelli che non vanno a votare proponendo una semplice somma algebrica tra l’esistente solo sulla paura dell’avversario sinceramente a me pare un po’ poco. Non tenendo conto per giunta che il corpo elettorale del Cinque Stelle non può reggere tutto, non è nato per alleanze a prescindere. Battere un centro destra comunque apparentemente coeso(con un Salvini ormai verso la via del tramonto) su un terreno di continuità non è lungimirante, sicuramente può esserci degli espluà in qualche territorio con qualche spunto individuale di quello e quell’altra candidata ma la prospettiva di essere un’alternativa credibile e soprattutto capace di far battere il cuore muovendo le migliaia di persone ormai deluse non è una roba che si costruisce così. Uniti si vince diceva la Schlein utilizzando vecchi slogan degli anni settanta, vero se l’unità rappresenta una unità non solo politica ma anche sociale sui territori. E comunque il PD non ne esce male da queste elezioni il suo corpo elettorale evidentemente, contrariamente a quello di Conte ha ancora nella avversione alla Meloni un punto di coesione e di spinta. Tant’è che in molte provincie, tranne l’Aquila, i risultati sono un testa testa. Temi che però rischiano alla lunga di non essere edificanti di progetti alternativi di governo.
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