Il 25 aprile è un po’ come fosse un Natale per la nostra Repubblica e fuori da ogni retorica è innegabile come questo giorno rappresenti una nuova nascita. Eppure come ogni anno gli esponenti della destra italiana si sperticano nel trovare nel giorno della liberazione una data divisiva, una necessità superata dalla storia. Si parla di 70 anni fa!
Come ogni anno la nostra destra fatica nel definirsi antifascista. Rimane difficile capire il perché vi siano perplessità nel definirsi antifascisti, se diamo per assodato che il fascismo abbia rappresentato un crimine come puoi non definirti anti, avresti difficoltà a definirti antimafioso? Antipedofilo? Quindi verrebbe semplicemente da dire se non sei antifascista allora sei fascista, ma la cosa penso sia ben più profonda. In realtà non si è mai rotto con una cultura che sta alla base del fascismo che non è ovviamente il manganello o l’olio di ricino, ma l’idea dell’uomo forte, l’idea che i corpi democratici intermedi siano perdita di tempo, l’idea che la democrazia alcune volte sia un costo e rompa un po’, l’idea che i poveri e in generale i diversi siano un peso e un ostacolo, l’idea machista della supremazia dell’uno sull’altro, il tema della forza come strumento di affermazione sull’altro. Non si è mai fatto i conti su questo e non si è forse mai saputo prospettare concretamente un’alternativa se non lasciando il tema dell’antifascismo solo ad un approccio ideologico (se pur importante). Si è antifascisti perché si è per un’idea di libertà, equità e perché si è per una società più giusta, che si approcci al mondo in termini umani. Si è antifascisti perché si professa e si incentiva la partecipazione democratica in ogni ambiente, si è antifascisti perché quando possibile si interviene conazioni politiche concrete proprio dove è necessario, nelle periferie umane, si deve stroncare il germe dell’odio proprio dove può crescere, si interviene su temi come giustizia sociale, equità, libertà ecc.. Se si fa ciò, si è attuali e lo si sarà sempre nel definirsi antifascisti, e anche se sono passati quasi 70 anni comunque non ci scordiamo che cosa è stato e che cosa ha rappresentato il fascismo, ma vediamo nel termine antifascista una splendida modernità e concretezza, allora viva la Liberazione viva il 25 aprile
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