Spesso tra persone di sinistra frustrate come me, in cerca di autore, di un Godot, in attesa di qualunque cosa possa riaprire una prospettiva politica, si articolano chiacchierate su quali siano i temi fondamentali che un partito di sinistra dovrebbe portare avanti, avere come punti fermi, avere nel proprio DNA come fondanti e se vogliamo utili a riacquisire autorevolezza ma direi visibilità. Il lavoro, la sanità, la scuola pubblica, le condizioni sociali, le relazioni umane e via via… Ma c’è un tema che forse tiene tanto di quello appena detto ovvero IL TEMPO. Il tempo è un lusso non di poco conto, pensiamo a che stravolgimento sarebbe avere del tempo per non far niente, da poter dedicare a se stessi e ai propri affetti.Può capitare infatti, che si consideri il tempo come rapporto tempo di vita e tempo di lavoro ma mai come opportunità di costruzione di socialità, mai come strumento di valorizzazione del capitale umano, come investimento su sé stessi e sulla propria famiglia.
Tutto scorre e non riusciamo a toccarlo
Il sistema socio-economico impone un ritmo a tutti noi forzato, tutto scorre velocemente, tutto assume importanza anche se spesso non ne ha veramente, tutto s’incentra sulla vita lavorativa ed intorno ad essa si costruiscono le relazioni e gli impegni.
Se pensiamo fin da bambini/e la nostra vita è cadenzata dalle scadenze e dai tempi, dobbiamo andare a scuola e poi tutto ormai gira intorno a quello, il bambino non ha diritto al tempo per la noia, per il dolce non far niente spesso i genitori si attrezzano per tenere i figli/e in allerta, impegnati. Si diventa organizzatori di eventi, animatori, insegnanti, allenatori sportivi….tutto per non vedere i bambini/e non far niente. Ovviamente tutto è finalizzato al benessere del proprio figlio/a nella ricerca ossessionata di dare allo stesso strumenti in più, esperienze continue e stimoli. Ma forse quel non far niente sarebbe lo stimolo migliore nel renderli autonomi, partecipi di loro stessi, aiutarli nel conoscersi e aiutarli nel decidere di loro stessi.In una ricerca frenetica del tutto anche se non si ha niente la vera battaglia sarebbe il riappropriarsi del proprio tempo, se inizialmente ci potremmo trovare disorientati ne avremmo nel breve periodo sicuramente benefici personali e quindi anche collettivi, un PIL che aumenta in funzione della felicità delle persone, più tempo dedichi a te stesso e gli altri più la ricchezza del paese sale.Visto siamo a sognare perché non riconoscere una sorta di reddito per coloro che spendono il proprio tempo nella cura della propria famiglia e perché no anche di loro stessi, non è forse vero che ognuno di noi svolge un lavoro dedicato (sempre meno) alla cura delle relazioni? Allora rendiamolo istituzionale. Lo sai che c’è? Io un partito così lo voterei!
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