Sembra che il mondo sia sull’orlo di una nuova, devastante, guerra; non una delle tante che i paesi ricchi e civili dell’occidente scatenano o finanziano in qualche angolo remoto del mondo, dove le bombe piovono su case fatiscenti o i proiettili forano corpi di uomini derelitti, donne affamate e bambini senza futuro. Questa volta sembra che la guerra colpisca proprio il lucente e opulento mondo occidentale. Che la Russia e l’America si guardino in cagnesco non è certo una novità, ne convengo, ma forse qualcosa di nuovo c’è tra questi due nemici statici, che potrebbe far diventare la situazione anche troppo dinamica. L’oggetto del contendere è incarnato dall’Ucraina, ma il cuore del problema affonda le sue radici, da parte Russa, in un passato molto più remoto. La Russia concepisce sé stessa come un impero, trae storicamente la sua soddisfazione e la sua sicurezza dall’incutere timore e rispetto mondo. Inoltre soffre da sempre la mancanza di barriere naturali che proteggano il cuore del suo territorio e la sua strategia difensiva è, ed era, quella di mettere più terra possibile tra Mosca e i suoi confini esterni. Dopo la caduta della cortina di ferro, gli stati satellite che facevano da cuscinetto non sono più sotto il suo controllo, eccezione fatta per Bielorussia e Kazakistan; come se non bastasse, molti degli ex stati satellite, le sono profondamente ostili, come l’Ucraina, la Polonia e la Romania. La Russia è in una situazione di profonda crisi sicuritaria (e non solo), si sente minacciata e vulnerabile. D’altro canto non può vedere sé stessa in un ruolo non predominante sullo scacchiere internazionale; non accetterebbe mai di essere uno stato subalterno ad un altro e non più uno dei poli di potere che equilibrano il mondo insieme a USA e Cina. Dico che i russi sono in uno stato di crisi rispetto alla sicurezza dei propri confini, o così loro si percepiscono, perché con il ruolo internazionale che hanno scelto per sé stessi, sono praticamente circondati dai loro nemici, stretti in una morsa soffocante: da un lato hanno l’America, da cui sono divisi solo dallo stretto di Bering, a ovest hanno i paesi della Nato e a sud Cina e Giappone. Dal punto di vista della Russia, la situazione è terribile e molto pericolosa, molto più pericolosa rispetto all’equilibrio del terrore con cui la guerra fredda si è mantenuta tale fino al crollo dell’Urss; questo a causa dell’ascesa della Cina come superpotenza e della perdita dei paesi satellite che assicuravano un cuscinetto tra il nemico e il cuore della Russia.
Da parte Americana c’è il bisogno di mantenere lo status quo, essendo gli USA la potenza egemone, hanno tutto l’interesse che le cose non cambino e che Cina e Russia non arrivino mai a contendergli veramente il predominio sul mondo. La politica di contenimento nei confronti della Russia è quella solita: mantenere alta la tensione e la pressione sulla Russia con mezzi diretti e indiretti. In sostanza da un lato si utilizzano gli stati ex sovietici ostili alla Russia per fare pressione sui suoi confini e attaccarla dal punto di vista diplomatico, dall’altro si manovrano le leve economiche per cercare di creare pressione sull’economia Russa, infine si usano i mass media e la diplomazia Americana per attaccare spesso e volentieri la Russia, con le motivazioni che di volta in volta riesce a trovare.
Questa politica ha sortito due effetti principali. Il primo è l’avvicinamento della Russia alla Cina, partendo da una partnership economica e energetica che ha avuto, tra gli altri, anche l’effetto di razionamento del gas in arrivo in Europa. Il secondo è l’aumento della conflittualità intorno all’Ucraina, questione che rischia di far detonare davvero la guerra tra le due potenze. La Russia non si fida più delle promesse verbali degli Americani, con cui assicurano che l’Ucraina non verrà inglobata nella Nato; l’America ha intimato sanzioni mai viste prima per la Russia se invade l’Ucraina e ha ben finanziato l’armamento dell’esercito Ucraino. Tutto questo ovviamente fomenta la paura della Russia, ingrandisce il suo senso di accerchiamento e la porta in una posizione in cui deve mostrare i muscoli nella speranza che l’America si spaventi, il che porta ad un’ulteriore inasprimento della posizione Americana e via da capo. Inoltre, in uno scenario di guerra aperta tra America e Russia, siamo sicuri che la Cina starà in disparte a guardare? o potrebbe vedere nel conflitto una possibilità di abbattere la potenza egemone, schierandosi magari con la Russia?
Questa spirale di minacce, paura e controminacce, rischia davvero di sfuggire al controllo degli attori in campo e di scatenare una guerra di cui conosciamo l’inizia ma non sappiamo dove finirà e chi coinvolgerà.
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