Il 5 maggio di 204 anni fa nasceva, a Treviri, Karl Marx, un uomo che con il suo pensiero ha influenzato e plasmato due secoli di storia. Questo articolo nasce dall’incontro di tre amici tra i mobili in legno stile antico di un pub, in quell’atmosfera pesante e in penombra dei tavoli vecchi, rigati dal tempo e dai bicchieri, tra la birra e le chiacchiere, oggi come duecento anni fa. Si teneva stasera la riunione di un piccolo giornale, che ha deciso di cambiare il mondo o almeno la nostra prospettiva sul mondo, di dare una nuova luce ai fatti, alla cultura e alla società che ci circonda; di capire e svelare la realtà sul nostro mondo, sollevando l’etero velo di Maya, che pure ha così grande impatto sulla nostra capacita di vedere. Quante volte il giovane Marx, agli inizi della sua ricerca e della sua teorizzazione sul mondo del capitalismo, all’inizio della collaborazione con Engels, si sarà trovato in una situazione simile a quella appena descritta. Nei pub e nelle osterie, tra gli operai e i diseredati delle grandi città, nei circoli operai e socialisti clandestini oppure nei caffè ottocenteschi le migliori menti pensanti si riunivano per scambiarsi idee, opinioni e discutere, anche accesamente, alla ricerca della verità. La maggior parte del pensiero, della cultura e dell’arte dell’occidente ha visto la luce in ambienti come questi e ha avuto come levatrice un oste o una cameriera, che più o meno inconsapevolmente, gli ha accuditi. Allora come era possibile stasera, non levare i calici e bere al ricordo di questo uomo che ha lasciato un così profondo segno in tutti noi, in chi lo ha seguito e si è formato sulle sue idee e in chi lo ha osteggiato in ogni modo. Marx ha dato una prospettiva sul funzionamento della complessa macchina del capitalismo, ma facendolo, spiegandone i meccanismi più profondi, mostra “temprando lo scettro a regnatori, gli allor ne sfronda, ed alle genti svela, di che lagrime grondi e di che sangue”, un po’ come fece Machiavelli a suo tempo con “Il Principe”. Inoltre ha dato una prospettiva salvifica a chi salvezza non ne poteva vedere ne avere, ha dato il sogno di un futuro migliore a chi aveva solo fame, fatica e dolore; l’illusione forse di un mondo più giusto, ma sempre qualcosa per cui combattere e un motivo per andare avanti, per sopportare le privazioni e le sofferenze, muovendosi verso la conquista di una vita più umana. E lo ha fatto qua, sulla terra, non inseguendo la favola conservatrice del paradiso oltre la la vita, non ha chiesto di continuare a spaccarsi la schiena e ingrassare i pochi ricchi (clero compreso) senza ribellarsi perché tanto poi Dio sarà giusto nell’aldilà, ma qua resterà sempre lo stesso inferno. E allora, io che mi sono laureato in sociologia, nella corrente delle scuola di Francoforte, che ho fatto una tesi su Marx, che ho costruito molto del mio pensiero come sociologo e come uomo sul pensiero di Marx e sulle derivazioni sociali e filosofiche che ha creato, alzo il mio bicchiere e con molta gratitudine dico: “grazie Karl, buon 204esimo compleanno!”.
Buon compleanno Karl
Dio sarà giusto nell’aldilà, ma qua resterà sempre lo stesso inferno.
Karl ha aiutato le persone a credere in un mondo più giusto
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