Da sempre questo per me è il giorno di festa.
Da ragazzina, in giro a cercare concerti e manifestazioni. Da adulta: fatemi lavorare tutte le feste, ma non oggi, il 25 aprile lo tengo per stare con la comunità.
Ma mai come quest’anno ci arrivo nauseata dalla sottospecie di dibattito che da giorni filtra: chi deve partecipare e come.
Il 25 aprile però meriterebbe qualcosa in più di questo.
Meriterebbe che si ricordasse che i partigiani che hanno combattuto erano tutti dalla stessa parte, ma non erano di una parte sola.
Avevano al collo fazzoletti di diversi colori: erano cattolici, comunisti, socialisti, del partito d’azione, liberali.
Meriterebbe che si ricordasse che le conquiste fatte allora, i cui principi sono fissati nella Costituzione, sono patrimonio di tutti.
Grazie al 25 aprile, gli italiani possono associarsi, parlare liberamente, candidarsi alle cariche politiche, non essere obbligati a salire su un treno per un campo di concentramento a causa della discendenza matrilineare, giusto per dire qualcosa che è ovvio, ma evidentemente non per tutti.
E grazie al 25 aprile, si può sminuire o parlare male del 25 aprile.
Le conquiste di questa giornata appartengono a tutti: sta a noi difenderle, farle vivere e progredire.
Buona Liberazione.
È un giorno di festa, ricordiamocelo: oggi non lavoro
Posso lavorare tutti i giorni ma non per la Resistenza

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