di Francesca Leoni
Se penso alla donna che vorrei essere, penso alla mia nonna: penso al suo carattere forte, alla sua tenacia, alla sua determinazione e alla sua voglia di prendersi cura di noi a qualsiasi costo.
Penso a come era bello tornare nella casa del Campo di Marte e trovarla immersa a cucire o metterle le mani nei capelli spettinati, a come era burbera, ai suoi abbracci e al suo desiderio di capirmi.
A quando l’abbiamo portata al ristorante cinese, a come abbia accettato le mie stranezze e a tutte le estati passate con lei in Versilia.
Quando ripasso davanti a casa sua sento quell’assenza che nessuno potrà riempire mai. Almeno non come sapeva fare lei.
Rimuginavo su questo stamattina, mentre camminavo con il primo freddo e pensavo pure che oggi è la giornata mondiale contro la violenza sulle donne.
Che stare al mondo da femmina fosse difficile nonna aveva provato a spiegarmelo già quando ero bambina, un mantra che ha ripetuto sempre “non bisogna dipendere mai da nessuno” però i miei occhi il brutto non riuscivano ancora a vederlo.
Sono passati anni, ma sono ferite che rimangono anche quando hai una maturità differente e sei in grado di bastarti e non hai bisogno di un uomo per sentirti completa.
Non sempre la violenza è fisica o, meglio, non solo. C’è una violenza che scarnifica allo stesso modo, nel profondo, ed è quella psicologica.
Essere manipolata da chi millanta un grande amore, per esempio e intanto ti intrappola in una ragnatela tessuta finemente, con perizia.
Perché per certi uomini è difficile comprendere e accettare che una donna possa avere una propria personalità, che possa decidere per sé senza dover necessariamente richiedere il consenso, il parere o il giudizio di un uomo quando invece indipendenza e libertà non devono mai essere sottomesse in nome di nessun fantomatico grande amore.
Ché l’amore, quello vero, è quello che m’ha insegnato mia nonna, quando in una casa al Campo di Marte in una qualche mattina dispersa negli anni Novanta, ce ne restavamo in silenzio, ognuna con il suo mondo, ma entrambe consapevoli di esserci. Di essere.
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