Qualche articolo passato ponemmo l’attenzione sull’importanza delle parole e devo dire con un pizzico di presunzione per il nostro umile giornale non avevamo tutti i torti.
“Ne uccide più la lingua della spada”, dice un detto, il problema è che non ci accontentiamo della parola, ci sono anche i fatti, quando la parola pare essere consolatoria non seguono fatti conseguenti, viceversa, quando la parola colpisce duramente vi è bisogno anche del rinforzo.
Pare passata un’era quando colpiti dalla pandemia in preda alla paura e la speranza fummo travolti da parole dedite a tranquillizzare “andrà tutto bene” fu il live motive, vi fu come un’ondata di altruismo lessicale infinito “se ti vaccini lo fai per i tuoi cari”, “non uscire stai a casa così aiuti le persone che ami” e via e via…. Poi abbiamo scoperto che non è andato tutto esattamente bene, che non uscire forse non è stata una soluzione ideale, almeno per quanto riguarda i bambini/e e i ragazzi/e che ancora portano le ferite di quel periodo; abbiamo scoperto dopo che vaccinarsi era un gesto del tutto egoistico e poco aveva a che fare con gli altri, infine scoprimmo che le nostre città deserte prive di turismo parevano uscite da un film dell’orrore.
Alcuni sindaci colti da oggettivo malessere e forse svegliati un po’ tardi da un sogno durato anni nel quale il turismo non mancava, sentenziarono che le città non avrebbero dovuto più basarsi esclusivamente sul turismo ma avrebbero dovuto valorizzare i cittadini che la vivono e la abitano.
Non nego che io ho creduto a tutto, ho creduto che sarebbe andata bene, ho creduto che la lezione sarebbe servita a rilanciare un ruolo politico a sinistra, ho creduto che avremmo visto un futuro meno centrato sul profitto. Sono un credulone o forse un inguaribile romantico ma è vero per me valeva la pena crederci, cos’altro doveva succedere per vedere che il sistema economico, sanitario non reggeva più? Che le nostre città non erano fruite da chi ci vive e lavora quotidianamente, ma pesantemente da un turismo bramoso?
Ma anche qui la luce in fondo al tunnel: “NEXT GENERATION” il fondo per la ripresa il cosiddetto “Recovery Fund”. Una grande opportunità di rilancio di un paese fermo da 2 anni, la possibilità di investire in strutture, case, istruzione, sanità. Milioni destinati a sostenere chi ha sofferto e parallelamente rilanciare e riprogrammare la nostra agenda politica, finalmente si programma a lungo termine, si pensa alle prossime generazioni.
Ci siamo svegliati e scopriamo di essere in guerra, si siamo in guerra è bene dirlo perché se vero che ogni guerra porta con sé propaganda è vero altresì che questa guerra porta con sé una scia di disinformazione disarmante. Dalla pandemia ad oggi abbiamo assistito ad un’escalation di cattiva informazione che oscura la verità e le parole anche in questo caso sembrano sparire e perdere di significato. Quando decidi più o meno legittimamente di inviare armi ad uno stato in guerra tu hai scelto! Non hai bisogno di girarci intorno quello è e con quello devi fare i conti, devi fare i conti con la tua costituzione piaccia o non piaccia.
E allora dal ritorno alla quasi normalità si scopre che le parole si liquefanno davanti ai fatti, i prezzi aumentano vertiginosamente, gli stipendi sono fermi (unico paese in Europa), l’inflazione sale e come sappiamo l’inflazione è una bestia che non guarda in faccia nessuno non tiene conto delle tue condizioni economiche e sociali colpisce e basta. Ma la politica interviene e il Recovery fund diventa utile per costruire stadi e non case per chi ha bisogno, sanità ed istruzione sembrano orpelli da poter aggiustare a piacimento, pare vi sia sulla nota di aggiornamento del piano economico e finanziario un taglio di 6 miliardi per la sanità, sul DEF si legge mezzo punto percentuale che in valore assoluto rappresenta il 25% della spesa in meno sulla scuola, parallelamente si pensa ad aumentare la spesa militare del 2% del PIL, in più il Senato decide che gli armamenti debbano avere uno sgravio dell’IVA considerati più importanti di cibo e libri. Lo sappiamo è questione di priorità come priorità infine scopri che con i soldi del Next generation si vuol costruire una base militare. A Pisa pare infatti che si sia ben pensato, alla zitta, di ampliare la base di Camp Darby interessando addirittura un’area protetta ovvero un pezzo della riserva di San Rossore procedura firmata dal Presidente del Consiglio Mario Draghi. Queste le priorità e le parole si sciolgono nuovamente come neve al sole e allora anche in questo caso diciamolo ci vuole chiarezza la Next generation può attendere.
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