L’Unione Europea risolve brillantemente il conflitto interiore di Amleto, diviso tra “essere o non essere”, in quanto l’UE riesce, più o meno serenamente, ad essere e non essere contemporaneamente.
L’idea dell’UE affonda le sue radici nell’orrore generato dei nazionalismi, che nel ‘900 raggiungono il loro apice e mostrano a pieno quali siano le loro naturali conseguenze, ovvero guerre spaventose (la prima e la seconda guerra mondiale), sofferenze inaudite, morte e distruzione. Quella che emerge dalla resistenza e dalle macerie della guerra, è una Europa che sia un alternativa politico-istituzionale al nazionalismo. L’idea che guida Altiero Spinelli e Ernesto Rossi nella redazione del manifesto di Ventotene, è quella di raccogliere la spinta popolare internazionalista, la richiesta di pace e di fratellanza tra i popoli, l’aspirazione alla giustizia e alla libertà e incanalarla dentro un progetto istituzionale che desse vita a un’Europa federale. In questa nuova Europa, più simile agli Stati Uniti d’Europa, che a quella che poi è diventata l’UE, gli stati federali avrebbero avuto funzioni di amministrazione locale con un certo grado di autonomia, mentre gli interessi economici, il governo e la difesa sarebbero stati gestiti dal governo centrale, che aveva una autorità diretta in queste materie. Parallelamente a questo, si sarebbe dovuta sviluppare una identità sociale e politica europea in cui i cittadini sarebbero stati in primis Europei, come oggi succede con i cittadini Statunitensi e gli interessi di tutti i paesi federati europei sarebbero stati comuni e liberi dai particolarismi nazionali.
Di questo sogno di libertà, pace e fratellanza e del progetto antropologico di un uomo con una costruzione identitaria internazionalista, cosa si è realizzato? Gli Stati Uniti d’Europa sono stati travolti dagli interessi statunitensi ad avere un’Europa debole e asservita, che rappresenti una potenza solo dal punto di vista economico, ma che per il resto sia del tutto subalterna a gli USA; dall’ideologia per cui l’economia di mercato è l’unica cosa che conti e dalla generale ubriacatura della globalizzazione, che ha ucciso definitivamente ogni possibilità di identità culturale al di fuori del mercato e che ha spazzato via le aspirazioni di giustizia sociale, solidarietà e pace fra i popoli. Il risultato diretto di tutto questo è il nuovo ritorno dei nazionalismi, una UE frammentata in mille interessi nazionali e la disillusione generale verso quella Europa. Poiché questa è, di fatto, solo un incomprensibile guazzabuglio di accordi economici, trattati economici e clausole da Azzeccarbugli, che è difficilmente possono emozionare qualcuno, dargli un’identità o suscitare una qualsiasi passione politica o filantropica. Anche prima dello scoppio della guerra tra Russia e Ucraina era chiaro che questo tipo di Europa era ad un inesorabile tramonto, ma dopo questo tragico cambio di scenario geopolitico, risulta impensabile che questa UE possa sopravvivere. L’Europa è ad un bivio, o decide ora di diventare gli Stati Uniti di Europa, o semplicemente non sarà più.
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