Uno degli effetti più tragici e meno visibili della guerra e la semplificazione estrema e “l’arruolamento mentale”. L’uso propagandistico dei media e la costante manipolazione delle notizie, fa calare sulle menti un sonno della ragione che porta il discorso pubblico sulla guerra, in un vicolo cieco della comprensione. Io rifiuto la semplificazione e rifiuto il cieco arruolamento, lo faccio per una ragione di dignità umana e per l’incessante necessità di capire sempre le ragioni dell’altro, anche nel caso in cui l’altro abbia palesemente torto.
Nella guerra tra Russia e Ukraina e più in generale nel confronto tra Nato, Russia e Cina, mi pare che non ci sia una ragione, ma una infinita serie di torti che si intrecciano, si respingono e si spintonano, portando il mondo sull’orlo del caos. Durante la seconda guerra mondiale, chiunque non fosse fascista, sapeva bene dove stare. Adesso la situazione è molto più complessa dal punto di vista della possibilità di schierarsi, perché la situazione geopolitica è paradossalmente molto più semplice. Questa crisi è innescata da istanze etnico-nazionaliste, che nelle tre superpotenze in campo diventano anche istanze imperialiste; mi pare che in questo scenario le tensioni e gli scontri derivino, come non mai, da una lotta del potere per il potere; in modo puro, cristallino e onesto (nel senso che non si cercano nemmeno dei pretesti per celarlo). Quindi, mi verrebbe da dire che, ripudiando sia il nazionalismo che l’imperialismo, mi trovo a non stare fondamentalmente con nessuno, non sto con Putin, non sto con la Nato e nemmeno con la Cina. In questo caso tutti hanno torto e tutti sono corresponsabili della sofferenze e della distruzione di oggi e anche di quelle che ci saranno in futuro. Purtroppo c’è poco da illudersi, partendo da nazionalismo e imperialismo, con tre superpotenze a contendersi il mondo, dotate di armi nucleari, non possono aspettarci altro che catastrofi e tragedie immani, forse anche definitive. E’ chiaro che dal punto di vista emotivo sto con il popolo ucraino, perché adesso è sotto le bombe dei Russi; però sto anche con i Palestinesi quando vengono martoriati dagli Israeliani, sto con la Russia quando la Nato continua progressivamente a far avanzare i confini del Patto Atlantico, stingendo sempre di più i confini russi, ma non sto con la Russia perché anche lei ha atteggiamenti Imperialistici verso gli stati dell’ex Urss. Non hanno forse diritto di comprensione la minoranza russa del Dombas, quando l’Ukraina li attacca, ma nel momento stesso in cui tacciono le armi non sto più nemmeno con loro, perché per un’istanza nazionalista vorrebbero staccare un pezzo di Ukraina per portarlo in Russia, creando così una nuova situazione di discriminazione e oppressione: la futura minoranza Ukraina nel Dombass russo, avrà gli stessi problemi che avevano i russi a parti inverse. Mi pare ovvio che partendo dal presupposto che è nostro diritto, chiunque siamo noi, di opprimere e schiacciare l’altro, in nome di una volontà di potenza etnico-nazionalista, non si possa avere altro che torto, infamia, morte e distruzione. Il nazionalismo e l’imperialismo non hanno mai costruito niente, hanno sempre e solo distrutto, discriminato, ucciso e oppresso. L’unica soluzione possibile alle tensioni e che tutti si fermino, che si pongano dei limiti in nome della distensione reciproca e della pace tra i popoli. Ci sono cose che non possono essere fatte, per non spostare gli equilibri che garantiscono la pace, La Russia non può tornare ai confini dell”89, l’Ukraina non può entrare nella Nato, come a suo tempo l’Italia non sarebbe potuta uscire dalla Nato nemmeno volendo e Cuba non ha potuto ospitare i missili Sovietici. Se non ci sarà un cambio di paradigma, la Russia non potrà fermarsi perché l’America la minaccia con l’allargamento ad est, l’America non potrà fermarsi perché la Russia ha mire territoriali sulle nazioni Nato vicine ai suoi confini, la Cina non potrà che diffidare dell’Imperialismo Americano e di quello Russo e opporre a questo il suo Imperialismo, innescando negli altri ulteriori timori di futuri attacchi o aderenze territoriali, in una spirale di tensione e paranoia infinita, che si arresterà solo nel punto di rottura psicologico degli attori in capo e poi sarà la fine e il silenzio e il nazionalismo e l’Imperialismo si potranno compiacere di aver vinto anche sul genere umano, portandolo all’estinzione.
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