Il livello del dibattito pubblico e politico in Italia è a dir poco imbarazzante. Di fronte ad una tragedia infinita come quella della guerra eterna tra Israele e Palestina, non si riesce ad andare oltre agli schieramenti preconcetti, alle tifoserie e al servilismo interessato verso le posizioni mainstream. Quindi si deve stare acriticamente con Israele perché loro sono le vittime a prescindere, come se lo fossero ontologicamente. Certo che hanno subito un attacco tremendo, inumano, fatto di una violenza cieca e imperdonabile da parte dei terroristi di Hamas. Ma questo cancella tutta la violenza esercitata da Israele sui Palestinesi da 70 anni? Io non riesco a capire perché chi critica il governo israeliano e la sua politica segregazionista e razzista, deve per forza essere a favore di Hamas. Mi sento francamente equidistante da entrambi, perché penso che entrambi applichino politiche e metodi molto simili benché speculari. Questo perché, per Hamas, Israele non dovrebbeesistere e per i governi di destra Israeliani non dovrebbero esistere i Palestinesi; mi pare che entrambi mirino alla distruzione degli altri e francamente tra gli attentati su i civili israeliani e i bombardamenti a tappeto sui civili palestinesi, nella zona più densamente popolata al mondo, non riesco a vedere una differenza.
Sembra che in Italia i cervelli si siano spenti di colpo, e che il dibattito pubblico non riesca a fare nemmeno una basilare analisi all’ombra dell’onestà intellettuale.
Giulio Andreotti nel 2006 ha detto, in un intervento al Senato: “Ognuno di noi, se fosse nato in campo di concentramento e da 50 anni fosse lì e non avesse alcuna prospettiva di poter dare ai propri figli un avvenire, sarebbe un terrorista”. Hamas è il frutto avvelenato, mefistofelico della politica di oppressione e di segregazione dei governi Israeliani degli ultimi 70 anni. Hamas è mortale soprattutto per i Palestinesi e la sua politica è una politica suicida di cui fa le spese, tanto per cambiare, il popolo Palestinese. Solo chi non vuole vedere può ignorare che Gaza è una prigione a cielo aperto, che in Cisgiordania c’è un’occupazione, che i governi israeliani praticano sistematicamente la violenza, la segregazione e l’apartheid sui Palestinesi, e che questi siano cresciuti, generazione dopo generazione, senza una speranza di futuro. Da anni Israele pensa ai Palestinesi come ad un popolo che può essere sottomesso e schiacciato grazie ad una indiscussa superiorità economica, militare e tecnologica, infatti ha sempre boicottato tutte le possibilità per fare una pace reale con la formula “due stati per due popoli”. Ci sono state tre risoluzioni dell’ONU che intimavano ad Israele di ritirarsi dai territori occupati, tutte disattese nel silenzio della comunità internazionale. Dopo l’attentato ripugnante di Hamas, i tifosi pro Israele continuano a dire: “ma Israele ha il diritto di difendersi?” Certo! È ovvio che lo abbia, ma i Palestinesi hanno il diritto di difendersi dalle violenze dei governi Israeliani? O loro sono esseri umani di serie B, carne da cannone che può essere massacrata e deve solo soccombere nel silenzio e nell’inazione? Hamas è la soluzione al problema dei Palestinesi? Ovvio che non lo è! Hamas è il più grande problema dei palestinesi, dopo quello della politica di Israele nei loro confronti. Ma è ovvio che Hamas è il satana al quale si ricorre quando si è in preda alla disperazione e non si vedono altre vie. Israele ha diritto ad esistere ed a vivere in pace? Certo che si, nella stessa misura in cui hanno il diritto ad un vero stato e alla sicurezza anche i Palestinesi. Non ci può essere sicurezza e pace per gli Israeliani se non c’è anche per i Palestinesi, non ci può essere sicurezza per i Palestinesi senza che ci sia anche per gli Israeliani. Fino a quando da entrambe le parti non ci sarà reciproco riconoscimento e rispetto, quell’angolo di mondo sarà un pezzo di inferno in terra per tutti.
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