L’ipocrisia mi pare essere la cifra distintiva dell’occidente, nella propaganda cobelligerante di oggi, come nella lettura della realtà in contesti di pace. Il problema di fondo mi pare essere, che l’occidente ha storicamente fondato la sua identità di superpotenza nell’immagine auto-assegnatasi dell’impero del bene contro il male, dei portatori di libertà contro la tirannia e dei promotori di un modello antropologico umano e umanistico in antitesi alla barbarie. Questo in parte è anche vero, se non fosse che, il fulcro dell’occidente è un’economia che diventa ideologia politica e motore unico dell’azione umana, che si basa invece sull’accumulo di capitale e sulla predominanza del denaro. Ovviamente questi due elementi culturali e identitari sono tra loro antagonisti e difficilmente conciliabili; da qua la necessità di un’ipocrisia di fondo che ci consenta di restare dentro all’immagine identitaria che ci siamo assegnati, pur continuando ad agire con cinismo e spirito predatorio nello scacchiere internazionale. Oggi ci scandalizziamo per il comportamento della Russia e abbiamo improvvisamente scoperto che Putin è un dittatore sanguinario, fino ad un mese fa invece, era un degno interlocutore e un ottimo partner economico e proprio in virtù di questa partnerschip con l’occidente, Putin ha costantemente consolidato e rafforzato il suo potere in Russia negli ultimi 20 anni. Questo non significa che Putin non sia un dittatore e che l’aggressione all’Ucraina non sia da condannare in toto e senza tentennamenti, né tantomeno significa che non si debba supportare l’Ucraina. Voglio solo dire che forse, se l’occidente è portatore di libertà e diritti umani nel mondo, non dovrebbe avere rapporti con dittatori come Putin o come Erdogan, in nessun momento e sotto nessuna forma. Trovo insopportabile l’ipocrisia di fondo che sta nel censurare un comportamento aggressivo quando questo lede gli interessi dell’occidente, facendo ampio dispiegamento di pietismo sui media, ponendo l’attenzione ossessivamente sulle sofferenze della popolazione; mentre si racconta a tarallucci e vino gli attacchi che la Nato compie in territori di suo interesse geopolitico ed economico. Durante la guerra in Iraq e in Afganistan, solo per fare due esempi, sembra che non sia morto una persona, li i poveri civili non c’erano e le bombe non portavano morte e distruzione ma democrazia. Per inciso, l’idea di esportare con la forza la democrazia e imporla dall’alto, credo sia il più colossale vuoto di pensiero, di logica e di semantica della storia del pensiero umano, ma fortunatamente nessuno ci credeva seriamente era solo, appunto, ipocrisia. Questo però non genera solo un problema di tipo etico per chi, come me, non tollera l’ipocrisia in nessuna forma, questo modo di porsi crea grossissimi problemi anche nella possibilità di sedersi in una trattativa per mantenere o riportare la pace. E’ chiaro che, se l’atteggiamento dell’occidente è “io sono il bene contro il male” (e lo sono sempre, anche quando faccio le mie porcate nel mondo per i miei biechi interessi), risulta difficile sedersi al tavolo con il dittatore imperialista che ha attaccato il povero paese inerme. Diversamente, accettando il dato di realtà che le superpotenze fanno le superpotenze, cioè agiscono in base ai propri interessi economici, politici e di mantenimento del potere e che non ci sono superpotenze buone, ci si potrebbe sedere ad un tavolo “tra farabutti” e concordare che, per il bene comune e per il mantenimento di una pace che non vogliamo perché siamo buoni, ma perché conviene a tutti, ci si potrebbe spartire il mondo in nuove sfere di potere condivise, che tutti ci impegnamo a rispettare e da cui tutti abbiamo qualcosa da guadagnare. Questo atteggiamento ovviamente non è l’optimum, ma mi sembra già un grosso miglioramento rispetto a quello che c’è sul tavolo in questo momento: Cioè delle superpotenze che nella realtà agiscono in preda all’ars predatoria, alla ricerca del loro esclusivo tornaconto economico e di potere perpetrando morte e distruzione, ma che simbolicamente si incensano raccontando la favola di farlo per la pace o per la democrazia o per la difesa di chi sa quale popolo oppresso.
La Grande Ipocrisia (parte prima)
Le superpotenze nella realtà agiscono in preda all’ars predatoria, alla ricerca del loro esclusivo tornaconto economico e di potere perpetrando morte e distruzione

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