Se si dovesse scrivere una carta costituzionale dell’occidente, credo si potrebbe tranquillamente mettere al primo articolo che l’occidente è “una repubblica” fondata sull’ipocrisia. Oggi e solo oggi, scopriamo che la Russia è uno stato senza libertà e diritti costituzionali e che Putin è un oligarca fra gli oligarchi. Per venti anni abbiamo fatto affari con la Russia e con il suo autocrate, finanziandone l’azione politica e rafforzandone il potere e il prestigio internazionali; poi d’improvviso, quando gli interessi dell’occidente hanno iniziato a divergere da quegli della Russia, ci siamo ricordati che noi siamo i buoni liberali e Putin il cattivo dittatore. Non sto certo dicendo Putin non lo sia, ci mancherebbe, sto dicendo che lo è sempre stato e che forse, noi che ci facevamo affari fregandocene bellamente della “questione morale”, proprio buoni e liberali non lo siamo. D’altronde si sa, “pecunia non olet”, dicevano i latini e noi abbiamo deciso che il denaro è l’unica cosa che conta, senza però la benché minima assunzione di responsabilità rispetto alle nostre scelte valoriali; ci mancherebbe, vogliamo sottrarci il piacere di essere ipocriti?. C’è uno iato profondo tra l’umanesimo, la filantropia e l’affermazione dei diritti dell’uomo da un lato e l’idolatria del denaro e del potere e il loro perseguimento ad ogni costo, ma nessuna sembra vederlo e nelle narrazioni dell’occidente queste due cose corrono parallele, costringendoci a fare i funamboli per giustificare le nostre azioni da anime belle con le mani piene di denaro che gronda sangue e dolore. Anche la posizione occidentale sulla guerra in Ucraina è tutta improntata sul realismo ipocrita. Di fronte all’aggressione ingiustificata del cattivo autocrate ci siamo indignati, ci siamo prodigati in sanzioni, abbiamo inviato armi ai resistenti ucraini, niente o quasi da eccepire. Salvo il fatto che, in altri momenti, ci siamo dimenticati dei poveri Curdi massacrati dalla Turchia, dei poveri Palestinesi oppressi dagli Israeliani, dei civili e dei bambini Siriani e in questa lista mi fermo per decenza, perché troppi ce ne sarebbero di popoli bisognosi dei mezzi per potersi difendere da brutali aggressioni, in alcuni casi portate avanti dalla stessa Nato, a cui non abbiamo nemmeno pensato di inviare armi o altro tipo di aiuto. Beninteso, inviare le armi o più in generale dare a chi subisce una brutale aggressione i mezzi per difendersi è un atto di civiltà, il minimo che si possa fare per definirsi esseri umani. Ma se ci troviamo di fronte alla lotta tra il bene e il male, farsi scudo dell’Ucraina per la nostra sicurezza, armare loro per non dover combattere noi, è un atto di viltà e meschinità incomparabile. Sono nato politicamente e culturalmente nella resistenza, ho respirato in famiglia la dignità e la forza salvifica della lotta partigiana; per questo motivo non sono un pacifista, sono però una persona che rifiuta la guerra come strumento di sopraffazione fisica ed economica del prossimo, chiunque sia il prossimo, e non c’è, per me, potere o denaro che giustifichi la violenza e la guerra. Non mi pare che l’occidente abbia una posizione etica altrettanto netta, pur ergendosi a impero del bene.
Se invece sul campo di questa crisi non ci fosse l’impero del bene contro il male, la civiltà contro la tirannia, ma semplicemente due superpotenze imperialiste che giocano sullo scacchiere internazionale per portare avanti le proprie smanie di potere e i propri piani espansionistici? Allora armare la mano degli ucraini, farli massacrare per fermare la Russia in nome dei nostri interessi, non prodigarsi seriamente e con tutte le nostre forze per trattare un cessate il fuoco e poi la pace, non sarebbe un atto di spregevole bassezza morale e di estrema codardia? Non vorrei che nella mente “pensante” – si fa per dire – dell’occidente, si fosse fatta strada l’idea che alla fine, mentre noi ci stracciamo le vesti e piangiamo i poveri civili su tutti i media, sottotraccia la guerra facesse comodo per sfiancare la Russia, che sia accettabile armare e far ammazzare gli ucraini per indebolire la Russia. Sarebbe grave se l’aiuto agli ucraini non servisse tanto per dar loro le armi con cui difendersi, ma più che altro per prolungare, con la loro agonia, una guerra che fa comodo a noi per indebolire la Russia e per illuderci sulla pelle degli ucraini di tenerci, almeno per il momento, al sicuro.
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