La libertà… dall’inizio della pandemia mi è capitato di sentirla nominare decine di volte ogni giorno, quasi sempre a sproposito. Madama Libertà è stata stiracchiata, strattonata, abusata in ogni modo possibile, fino a ridurla in fin di vita. Nessun concetto, anche il più potente e il più alto, può sopravvivere, sperando di mantenere intatto il suo senso, a decine di quotidiani stupri. Già la retorica occidentale, con la divisione tra i liberi e non liberi, tra i buoni portatori di libertà e i cattivi che vi si oppongono, aveva dato un bel colpo al mantenimento di senso della parola libertà, trasformandola appunto in un mantra. E forse non a caso, uomini medi impregnati del senso distorto di libertà, hanno finito il lavoro. Pochi giorni fa mi è capitato di sentire Marco Melandri, che rivendicava con orgoglio il suo essere uomo medio e parlava appunto della libertà di scegliere se vaccinarsi o meno. Premetto che il discorso di Melandri è forse il migliore che ho sentito provenire dallo schieramento dei no vax o free vax, come lui si definisce; nel suo essere uomo medio è quantomeno moderato e sembra ci si possa parlare. Questa dialettica viene scritta quindi, non per avversione a Melandri, ma per riconoscergli il pregio di essere un interlocutore interessante. Melandri inizia il suo discorso dicendo che non si può vietare ai giovani di praticare lo sport, chi potrebbe mai non essere d’accordo con lui? Infatti credo che nessuno si sia mai immaginato di farlo, le limitazioni che sono state imposte non derivano dal perfido intento di vietare lo sport a nessuno, ma da un dato di realtà: c’è una pandemia e c’è il bisogno di conservare la salute pubblica, ovvero collettiva; può sembrare scontato, ma in certi ambienti rimarcare che c’è un collettivo oltre all’individuale e che il collettivo è più importante dell’individuale, ha un certo senso e può aiutare. Poi l’uomo medio, (lo dico veramente senza sarcasmo, in quanto non lo dice solo Melandri), sostiene che tutti hanno il diritto di scegliere se vaccinarsi o meno, che i diritti individuali in Italia non vengono rispettati a causa del greenpass e che i cittadini hanno il diritto di riprendersi la libertà. Ora, al netto del fatto che non ho notizie di persone legate ad un letto e vaccinate a forza, mi pare che la scelta di non vaccinarsi ci sia, quindi non vedo dove sia il problema. Quello che non c’è, è la possibilità di non vaccinarsi e non assumere su di se le conseguenze delle proprie scelte; ci si può liberamente non vaccinare, ma si deve restare a casa per non creare problemi agli altri. Se non si è disposti, in nome delle libertà di scelta, a subirne le conseguenze, l’uomo medio deve svestire i panni del medico fai da te e fidarsi semplicemente di quello che gli dice la comunità scientifica e vaccinarsi. Se poi la difesa della libertà soggiace, non detta, la frase “sono libero solo se posso fare tutto quello che mi passa per la testa, senza nessuna limitazione da parte di nessuno” o “sono libero solo se posso fare tutte le mie scelte, anche quelle che ricadono sugli altri, senza dover prendere su di me le conseguenze delle mie scelte”, la situazione è diversa e ha poco a che vedere con la libertà.
In questo caso, questo concetto deviato di libertà, si scontrerebbe con alcune cose di non poco conto. Prima tra tutte e la più ineluttabile, il solito dato di realtà: c’è una pandemia, la si può negare quanto ci pare, ma anche chiudendo gli occhi e facendo finta che non ci sia, quella non si convince ad andarsene e resta comunque. In qualche modo andrà affrontata e ci sarà da farci i conti. A questo riguardo, per fortuna, le pandemie le gestisce la comunità scientifica e non il “buon senso” dell’uomo medio.
La libertà, per sua natura, è capricciosa, se lasciata a sé stessa, ha la tendenza a diventare tirannia e sopraffazione. C’è un corollario, che affianca il concetto di libertà e la completa di civiltà; la libertà di ognuno ha come limite la libertà di tutti gli altri e in questo caso, anche la salvaguardia della salute, aggiungerei. Non si può, in una pandemia, fare quello che ci pare perché c’è un bene collettivo da salvaguardare e una libertà collettiva da garantire. Intorno a questo argomento, c’è un generale delirio di onnipotenza, tutti sono convinti che la loro opinione, meglio se totalmente dequalificata, sia la verità scientifica assoluta; si parla di questioni mediche di una complessità enorme, dall’alto di 5 minuti di attento studio su Facebook e un consesso mondiale di medici, che hanno dedicato intere esistenze allo studio di questo argomento, sono considerati dai no vax incompetenti o servi di qualcuno. Sembra ci sia, nell’uomo medio, una totale incapacità di affidarsi, di riconoscere qualcuno che ha un’autorevolezza superiore, derivante dalla conoscenza. I medici vanno bene solo se confermano la nostra teoria, se un pugno di medici in Europa dicono quello che vogliamo sentire sono autorevoli, tutti gli altri medici del mondo sono ignoranti o peggio venduti. Medici che si sono inventati teorie fantasiose o cure miracolose ci sono sempre stati, continuamente si sente dire che il tal medico afferma di curare il tumore con la papaya o di sconfiggere la SLA con la camomilla, ma sono appunto o pazzi o approfittatori in malafede, sicuramente non dei luminari.
La sindrome da bar dello sport c’è sempre stata, in tutto il mondo ogni persona è intimamente convinta di avere, solo lui, la formazione giusta per far vincere alla propria squadra la finale dei mondiali di calcio, è anche divertente parlarne al bar tra un caffè e un aperitivo. Ma quando questo si trasforma in masse che vogliono imporre ai veri CT delle nazionali le formazioni, siamo di fronte a un fenomeno di isteria collettiva. Come dicevo poc’anzi, fortunatamente le pandemie le gestisce la comunità scientifica, con tutti gli errori e le disfunzioni normali in uno stato di emergenza in cui si affronta qualcosa che non si conosce e che si comprende strada facendo.
C’è poi il dettaglio di essere in uno stato d’emergenza e che in questo stato d’emergenza c’è qualcuno che pretende, per diritto divino, che questo non cambi di una virgole le nostre vite, le nostre abitudini e influenzi le nostre scelte. L’ultima volta che c’è stata un’emergenza così prolungata, è stata la seconda guerra mondiale, anche se questo evento non è paragonabile con la pandemia per gravità, comunque è il più assimilabile per la durata. Riuscite ad immaginare quegli uomini e quelle donne che, sotto le bombe, nella deprivazione materiale più completa, immersi nell’incertezza del domani, si fossero messi a lamentarsi perché non erano liberi di poter andare dove gli pareva, di non poter vedere chi volevano o fare tutte le loro scelte come loro avrebbero voluto; il quadro risulta folle. Per non parlare dei tanti giovani che hanno combattuto e di quegli che hanno rischiato la vita nelle reti clandestine di resistenza di tutto il mondo. Se loro avessero ragionato in base alla loro libertà e alla loro sicurezza, incuranti di tutti il resto, la libertà di oggi, strattonata e stiracchiata dai no vax, non ci sarebbe proprio; la parola stessa sarebbe stata cancellata dai dizionari di lingua dei paesi occupati dai totalitarismi. Allora, caro Melandri, amici no vax o free vax, prima di riempirvi la bocca della libertà, chiedetevi sei voi e noi tutti, siamo davvero abbastanza maturi per essere liberi e abbastanza altruisti da gestirla, questa libertà.
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