Perché un uomo decide di perdonare? Quali motivazioni lo spingono? Lo guida una forza interiore o un’intrinseca debolezza? Quale misterioso percorso intraprende l’animo nel passare dal rancore alla riconciliazione col suo carnefice. E, infine, questo cammino può essere proiettato da una dimensione personale ad una collettiva? Sono queste le domande che mi hanno spinto a scrivere Il Guerriero Guaritore – analizza l’autore Alessandro Lo Presti – ( Edizioni SettePonti) che prende spunto dalla straordinaria figura di leader politico che è stato Nelson Mandela. La sua grandezza, infatti, non si manifesta unicamente nella leggendaria lotta contro l’apartheid ma particolarmente nella sua azione da Presidente della Repubblica che istituisce la Commissione per la Verità e la Riconciliazione, l’organismo che provò a riconciliare bianchi e neri, vittime e carnefici, per costruire un nuovo capitolo della storia sudafricana. Si trattò di una corte speciale dove gli imputati, se avessero ammesso le atrocità commesse, avrebbero potuto ricevere perfino l’amnistia. Questa commissione ha fatto scuola, tanto che viene considerata l’apripista di un modello nuovo di giustizia , la “giustizia riparativa” . Un incredibile percorso sociale, politico ed umano che naturalmente previde anche la necessità di stabilire le modalità e l’entità del risarcimento alle vittime. Lo stesso Mandela ha detto che questa commissione si ispira al principio africano di Ubuntu, che significa “io sono ciò che sono in virtù di ciò che tutti siamo”. Ecco perché la centralità della riconciliazione. Un’idea di assoluta interrelazione tra gli uomini ( e non solo) che ricorre, ad esempio, anche nel principio buddista di “origine dipendente” e di “creato” nel pensiero cristiano. Nelle esperienze individuali di perdono emerge sempre la consapevolezza che quando si intraprende questa strada, si prova un senso di libertà interiore. Lo stesso Mandela, uscendo dal carcere, disse: “…sapevo che se non lasciavo lì dentro l’amarezza e l’odio, sarei ancora rimasto in prigione”. Questi percorsi, che ciascuno elabora in un dialogo con sé stesso, sono irti di difficoltà, non sono assolutamente obbligati ma l’esperienza concreta dimostra, rispondendo alla domanda iniziale del libro, essere più spesso espressione di forza morale che di intrinseca debolezza.
Il Guerriero Guaritore
Un libro (scritto da Alessandro Lo Presti) che è un viaggio verso e dentro noi stessi, attraverso la visione della vita di Nelson Mandela.
“io sono ciò che sono in virtù di ciò che tutti siamo”
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