Più volte ci siamo trovati a commentare sul nostro giornale la mancanza di discussione e se vogliamo di come (per buttarla in politica), il pensiero unico rischi di prendere il sopravvento nella discussione e nelle scelte anche individuali.
Nella guerra che in queste ore sta tenendoci tutti con un senso di angoscia e di impotenza ci troviamo ad essere travolti, anche in questo caso, da un odio quasi primordiale che in maniera irrazionale ci porta quasi a giustificare tutto ciò che succede, tutto ciò che l’informazione passa. Ci siamo messi tutti l’elmetto e siamo pronti alla guerra.
Lo sport si indigna e rimuove da qualsiasi competizione la Russia, l’economia s’indigna e colpisce senza alcun timore in maniera indiscriminata la popolazione russa, la cultura s’indigna e si chiede la rimozione di tutto ciò che rappresenti la storia russa dall’università e dalle discussioni pubbliche.
Il sostegno al popolo ucraino diventa, giustamente, sostenerlo a tutti i livelli e ad ogni costo, l’Europa fino a ieri preoccupata a sollevare muri e fili spinati contro l’invasione straniera si riscopre accogliente perché si sa purtroppo le guerre non sono tutte uguali e i profughi non sono tutti uguali. Paesi che fino a ieri giocavano alla caccia al profugo oggi si avvicinano alla santità.
Non posso dimenticare come poco si sia fatto quando a pochi km da noi si ergevano muri o si attrezzavano campi profughi in mezzo al niente al confine tra gli stati, profughi lasciati a morire di stenti di freddo.
Ritenendo necessario ribadire che assolutamente siamo per la pace e condanniamo ogni atto di violenza e conseguente invasione e tentativo di ribaltare le scelte democratiche dei popoli, questo convintamente che sia la Russia, gli Stati Uniti, l’Europa o chi altro a farlo.
Ma come sempre i numeri sono impietosi vediamo di quello che parliamo.
Le persone che scappano dai propri paesi nel mondo sono circa 82,4 milioni di persone nel 79,5 milioni nel 2019 tra questi:
26,4 milioni di rifugiati (26,0 milioni nel 2019) tra cui:
20,7 milioni di rifugiati sotto il mandato dell’UNHCR (20,4 milioni nel 2019)
5,7 milioni di rifugiati palestinesi sotto il mandato dell’UNRWA (5,6 milioni nel 2019)
48,0 milioni di sfollati interni (45,7 milioni nel 2019)
4,1 milioni di richiedenti asilo (4,1 milioni nel 2019)
3,9 milioni di venezuelani fuggiti all’estero (3,6 milioni nel 2019)
Si calcola che l’uno per cento della popolazione mondiale è in fuga e ci sono il doppio delle persone costrette ad abbandonare le proprie case rispetto al 2011, quando il totale era poco meno di 40 milioni. Più di due terzi di tutte le persone che sono fuggite all’estero provengono da soli cinque paesi: Siria (6,7 milioni), Venezuela (4,0 milioni), Afghanistan (2,6 milioni), Sud Sudan (2,2 milioni) e Myanmar (1,1 milioni). La stragrande maggioranza dei rifugiati del mondo (quasi nove rifugiati su dieci 86%) sono ospitati da paesi vicini alle aree di crisi e da paesi a basso e medio reddito. I paesi meno sviluppati hanno dato asilo al 27% del totale. Per il settimo anno consecutivo, la Turchia ha ospitato il numero più alto di rifugiati a livello mondiale (3,7 milioni di rifugiati), ma sul perché di questo meriterebbe un altro articolo specifico, e direi un’altra vergogna alle spalle della sofferenza vera delle persone.
Infine davanti alle affermazioni di queste settimane dove si riporta il conflitto in Ucraina quello più spaventoso dal dopoguerra vorrei semplicemente ricordare come attualmente nel mondo si conti circa 20 guerre attive, senza citare quelle concluse drammaticamente negli ultimi anni come Jugoslavia e Afganistan per citarne solo alcune.
Da operatore sociale, però, devo dire questa attenzione “particolare” mi ha colpito e sicuramente mi pone alcune riflessioni di come si possa classificare le persone in funzione non umanitaria ma politica.
Il lettore potrà obiettare che questo non vuol dire che se non si sia stati accoglienti prima non lo si può essere adesso ed io voglio crederci, io voglio e mi auguro che l’accoglienza del popolo Ucraino apra una nuova stagione in Europa, che questo momento sia il grimaldello per abbattere muri ed aprire le porte.
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