Nella mia ricerca di un riferimento politico, continuo nel vagabondare con la mente a chi potrebbe attivare un po’ di entusiasmo in me ma soprattutto cosa potrebbe attivare entusiasmo in me. Quindi non posso che non pensare al nostro giornale web, nato da poche ore può rappresentare un canale di confronto e magari di approfondimento? Può essere un luogo neutro di crescita collettiva? Più nello specifico però mi soffermo sul nostro sottotitolo: “nessun@ è periferia”. Uno slogan che racchiude molto, racchiude senza dubbio l’idea che si debba in qualche maniera superare gli isolamenti qualunque siano e se vogliamo anche politici.
Proviamo a considerare la periferia non solo come riferimento territoriale ma come condizione sociale, ecco questo potrebbe essere il nostro orizzonte politico? L’idea che si possa vedere ed analizzare i processi come processi sociali e su come questi abbiano ricadute in termini economici, sulle persone, chiunque esse siano, ci mette di fronte ad un’ottica banale, semplice ma rivoluzionaria. Questo se riusciamo a guardare ogni accadimento in una prospettiva di quale effetto questa possa avere su coloro che sono periferia.
Chi sono questi periferici? Ma ovviamente sono tutti coloro che si collocano ai margini della società, dicevamo margini geografici ma non solo, coloro che in qualche maniera non riescono ad accedere ai servizi offerti dai territori, coloro che con estrema difficoltà riescono ad accedere a servizi sanitari ma con tempi infiniti, coloro che si trovano ad abitare in zone non raccomandabili sotto il profilo ambientale, coloro che non hanno un lavoro o che comunque anche lavorando non riescono a sopravvivere dignitosamente, coloro che non possono fare attività sportiva, coloro che accedono ai servizi scolastici per sbaglio, coloro che vivono in 50 mq senza permettersi altro, coloro che con un mutuo sulle spalle non possono garantire un futuro sereno ai propri figli, coloro che accettano qualsiasi compromesso pur di poter mettere insieme il pranzo con la cena. È spesso purtroppo queste caratteristiche si concentrano, infatti spesso una non esclude l’altra. In un’ottica per nulla caritatevole ma tutta politica avere il quadro di quale effetto producano le varie azioni politiche rappresenta un bagaglio minimo secondo me di chi vuole in qualche maniera provare a fare politica. A cosa serve la politica se non a modificare l’esistente in funzione dei più, si dei più perché se guardiamo i dati ci accorgiamo che la “periferia” appena descritta è una fetta che si allarga sempre di più.
Lascia un commento