Se il buongiorno si vede dal mattino ci aspettano giornate dove dovremmo ingoiare diversa cacca. Pensavamo che con la Casellati si potesse aver oltraggiato sufficientemente la nostra Repubblica e la nostra Costituzione ma come si suol dire al peggio non c’è mai fine, abbiamo un nostalgico (definirlo nostalgico è un eufemismo) presidente del Senato ovvero la seconda carica dello stato e un omofobo reazionario presidente della Camera.
La giornata di giovedì politicamente rimarrà nella storia (dovrebbe rimanere indelebile nelle menti di chi è di sinistra) non solo per il suo epilogo con elezione di La Russa a presidente del Senato ma come questa sia maturata nella giornata, e come il beffardo destino abbia cucinato per la ns costituzione un amaro boccone. L’inizio è raggiante si aprono i lavori con la Senatrice a vita Liliana Segre che con un discorso tanto semplice e lineare quanto composto, garbato, diretto pregno di significato e di politica. Per un attimo ho immaginato che la senatrice fosse la rappresentazione iconografica della Repubblica con in mano la costituzione che ci ricorda la sua importanza e la necessità di tenerla in vita, attuarla. Questo quadro dopo poco viene scempiato, un ex, neanche tanto ex fascista viene eletto Presidente del Senato, con voti dell’opposizione. Opposizione incapace, impotente non pone neanche un candidato/a alternativo si limita a votare scheda bianca ma qualcuno/a decide che i tempi sono maturi per avere La Russa presidente, i tempi sono maturi per avere uno scambio che di politico ha poco anzi nulla. Vedremo poi ne prossimi giorni chi ricoprirà presidenze e vicepresidenze di commissioni, ed incarichi vari poi possiamo divertirci con la moviola a vedere quanto è durata la votazione di ognuno/a, ma quello che rimane è un oltraggio ai ruoli parlamentari, e quindi anche la costituzione. Costituzione al dir il vero già bistrattata da tempo, come c’ha ricordato la Segre il tempo impiegato a cercare di modificarla (sempre in peggio tra l’altro) non è neanche pari al tempo che servirebbe a farla “funzionare”.
Queste ultime settimane post elettorali hanno visto anche un superamento nella forma. Le consultazioni del Presidente della Repubblica paiono superate da quelle fatted a Floris, Vespa, Mentana ecc.. così come l’assegnazione dell’incarico a Giorgia Meloni avviene su mandato felice di Mediaset, mamma Rai e con qualche mugugno ma non più di tanto della Sette. LA7 impegnata a dirci quanto può essere fascista la Meloni ma non quanto possano cambiare le cose sul piano internazionale, economico e quanto le condizioni materiali degli ultimi rimarranno invariate. Quindi inutile proseguire con la forma vogliamo la sostanza inutile seguire quello che la Costituzione ci dice. Si potrebbe pensare che sia un caso e che comunque le consultazioni siano una semplice formalità, non penso. Mi hanno insegnato che in politica la forma è sostanza. Sono mesi se non anni che i cosiddetti poteri forti uniti ad alcuni settori della politica spingono a sostituire la Repubblica parlamentare con una Repubblica presidenziale ed adesso più che mai vi sono le condizioni politiche perché questo avvenga anche perché l’uomo forte anzi la donna forte piace.
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